Nuovo Cinema Paradiso, una vera Storia in Fotogrammi

Vincitore del Premio Oscar come miglior film straniero, “Nuovo Cinema Paradiso” è sicuramente uno di quei film da guardare almeno una volta nella vita. Appassionato, commovente, sincero, è la celebrazione dell’amore nei suoi più diversi e molteplici aspetti. È uno spassionato atto d’amore per il cinema che non rimane bloccato in sala perché sfocia nella lezione della vita.

Ricordi di infanzia, primi amori, storie di paese, Nuovo Cinema Paradiso ripercorre la storia di un piccolo paesino siciliano attraverso gli occhi di un piccolo cinematografo. Narra la storia di Salvatore Di Vita, un vivace ragazzino di dieci anni rimasto orfano di padre durante la Seconda Guerra Mondiale che ha deciso di fare del cinematografo del paese la sua prima passione, e della sua amicizia con il vecchio Alfredo, un addetto alle pellicole del cinema, che sarà fondamentale nella crescita del piccolo Totò, diventando una figura di riferimento molto importante per lui. Un’amicizia legata a doppio filo dalla passione per il cinema, motore di tutta la vicenda. In questo capolavoro il cinema è tante cose: un posto, uno stimolo, un appuntamento, un simbolo. Da qui si può dedurre l’amore smisurato per quest’ultimo di Giuseppe Tornatore: il regista riesce ad emozionare, far sorridere, commuovere e soprattutto riesce a farti entrare in quella realtà di paese tanto vicina a lui.

Ne esce fuori un po’ la storia del cinema italiano e non: dalla comicità di Stanlio e Ollio, passando per i film di Totò e Visconti, fino ad arrivare alla dinamicità di Sordi e ai western statunitensi. Immagini che fanno ridere, divertire ma anche spaventare. E la gente che riempiva quelle sale, sale occupate sia dal ricco proprietario terriero che dal povero contadino, che riguardavano lo stesso film così tante volte da imparare tutte le battute a memoria. Piangono, ridono, schiamazzano, imitano gli indiani dei kolossal americani, dormono, bevono e fumano. È il racconto di un Italia che non c’è più, un Italia che aveva voglia di pace, di sorridere, lasciarsi alle spalle le tragedie della guerra e ricominciare.

“Non tornare più, non ci pensare mai a noi, non ti voltare, non scrivere. Non ti fare fottere dalla nostalgia, dimenticaci tutti. Qualunque cosa farai, amala, come amavi la cabina del Paradiso quando eri picciriddu”

Ma la pellicola ci racconta soprattutto una preziosa testimonianza storico-culturale della Sicilia del dopoguerra, con le sue vedove, gli emigranti, la scuola ed il parroco che censura le scene di film un po’ troppo spinte per quell’epoca (semplici baci). Tutti sognavano e speravano di andarsene, percepivano una mancanza, un’assenza. Ed è proprio il saggio Alfredo che convince l’ormai cresciuto Salvatore a fuggire da Giancaldo. Gli ha sempre voluto far capire che continuare a vivere in un paesino significa “essere ciechi”, avere una prospettiva limitata ed essere come prigionieri. Alfredo cerca di far capire a Totò che la vita a Giancaldo non è magica come lui la immagina. Quindi, l’unico modo per liberarsi completamente, avere un futuro migliore e andare alla ricerca dei propri sogni, iniziando una nuova vita, è quello di tagliare completamente i ponti e non tornare mai più. Totò prende la cosa con molta determinazione, andando a vivere a Roma e divenendo un regista di successo; ma quella promessa che aveva fatto ad Alfredo il giorno della sua partenza non viene mantenuta. Totò decide di tornare nella sua terra natia proprio per la morte del suo caro amico, tirando così le somme su cosa il destino gli ha riservato e su cosa c’è ancora da imparare. Riscoprirà ancora una volta quell’attaccamento alla propria terra, alla gente, alla madre, a quel cinematografo ormai fatiscente che verrà demolito; ma soprattutto, farà i conti con la tenerezza e il rimpianto delle cose che non sono state, come l’amore per Elena.

https://www.youtube.com/watch?v=2AOWWTilu6Q

Nuovo Cinema Paradiso è un film magnifico che va gustato piano piano, scena dopo scena. Un film semplice che racconta delle emozioni che appartengono a tutti, accompagnate, come se non bastasse, dalle sublimi note di Ennio Morricone. È un film che celebra se stesso e tutto il cinema di una volta. Nulla spiega la sua magia meglio di quella sequenza infinita di baci in bianco e nero, rimasti nel buio per tanti anni ma che ritrovano la luce e sono in grado di spazzare via anche la tempesta più nera. La verità è proprio questa: il cinema regala sogni, il cinema dona sorrisi e malinconia, felicità e lacrime, ma soprattutto nella sua finzione, è vita autentica.